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La gestione degli acconti in un’attività commerciale

 portafoglio_acconti_2015Nella realtà quotidiana di un’impresa commerciale è onnipresente una parola che è densa di significati: ACCONTO. L’acconto può essere il pagamento anticipato di una parte di una somma che l’azienda deve ad un soggetto economico o fiscale ovvero il denaro che essa percepisce prima della cessione di un bene o di un servizio, solitamente a titolo di caparra. Perciò, si parla di acconto IRPEF, IRAP o IVA e di ritenuta d’acconto quando la società deve corrispondere anticipatamente allo Stato parte delle imposte che saranno calcolate e saldate in un secondo tempo; si parla di acconto vs. fornitori, quando l’azienda anticipa con rimessa diretta o bonifico una somma di denaro per ricevere merce e servizi che saranno interamente saldati con i tempi concordati dalle parti; si parla di acconti da clienti, infine, quando l’azienda percepisce denaro da un cliente per “bloccare” il prezzo vantaggioso di un bene che sarà acquistato in un prossimo futuro oppure per assicurarsi un articolo che ha disponibilità limitata in magazzino o ancora per garantirsi l’acquisto di un bene che deve essere appositamente ordinato in quanto non presente in magazzino. A tal proposito, approfitto per chiarire un concetto che non a tutti è chiaro: la differenza tra caparra e acconto – sia sotto l’aspetto tributario che del rapporto tra le parti – è sostanziale, e di conseguenza non è possibile utilizzare contemporaneamente entrambi i termini. Mentre la caparra (quella confirmatoria) è prevista dall’art. 1385 del Codice Civile e consiste nell’assegnare ad una parte, a conclusione del contratto, una somma di denaro, che in caso di adempimento deve essere restituita o imputata alla prestazione dovuta e non è soggetta ad IVA; l’acconto non è altro che una parte del corrispettivo pattuito per la vendita o la prestazione, e quindi assume rilevanza ai fini IVA. Fiscalmente quindi la caparra non può considerarsi come parziale pagamento anticipato del prezzo perché ha funzione risarcitoria del danno in caso di ingiustificato inadempimento e le somme versate a tale titolo, a patto che ciò risulti chiaramente evidenziato per iscritto, non vanno fatturate e devono considerarsi fuori campo IVA. Solo a prestazione effettuata la caparra verrà fatturata e concorrerà alla formazione del prezzo complessivo da indicare sulla fattura o sulla ricevuta fiscale. L’acconto, al contrario, come già premesso, non è altro che un parziale pagamento e – secondo quanto è previsto nel comma 4 dell’art. 6 del D.P.R. 633/1972 – deve essere fatturato nel momento stesso in cui viene riscosso assoggettandolo ad IVA.

Questa precisazione si rende utile perché nel prossimo post, che analizzerà in concreto e nel dettaglio la gestione degli acconti con il nostro software specifico, saranno descritte tre diverse procedure diverse fra loro proprio in virtù dell’emissione o meno della fattura o dello scontrino fiscale, quindi avevo a cuore che  a tutti fosse chiaro il perché dell’esistenza di tre opzioni per una simile operazione commerciale.

Da oltre 30 anni mi occupo di informatica. La mia è sempre stata una passione che mi ha portato ad accettare ogni nuova sfida, come una nuova vetta da conquistare.

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