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Azioni Apple. Cosa ha causato la discesa del titolo

La Apple Inc, denominata Apple Computer Company nell’anno della sua fondazione, nasce nel 1976 a Cupertino, nella Silicon Valley, in California, grazie al genio di Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne.
Conosciuta fin dai primi anni ’80 per la realizzazione e la vendita di computer, i Macintosh, associa successivamente il suo nome anche ad altri dispositivi multimediali, divenuti indispensabili o facenti comunque parte della vita di tutti i giorni delle persone.

Azioni Apple
Al Mac si affianca, nel 2001, l’iPod, lettore di musica digitale portatile. I primi modelli hanno una memoria di 5 Gb, ma con il passare degli anni, diventano sempre più piccoli, leggeri e capienti, con accessori utili al collegamento allo stereo di casa o all’autoradio della macchina.
Nel 2003 nasce iTunes Music Store, dall’accordo che la Apple sigla con le 5 maggiori case discografiche, che permette di comprare singole canzoni a 99 centesimi di dollaro o un album intero a 9,99 dollari.
Nel 2007 Steve Jobs, con l’annuncio e la presentazione dell’iPhone, rivoluziona il mondo e le sue future abitudini, grazie ad un dispositivo che è la sintesi tra un cellulare, un computer ed un iPod, a cui segue nel 2010 la nascita del primo iPad.

Apple si quota al Nasdaq
La Apple fa il suo approdo nella Borsa americana e più specificatamente nel Nasdaq, l’indice dei principali titoli tecnologici americani, il 19 dicembre del 1980 al prezzo di circa 3 dollari e mezzo per azione.
Fino al 1998 il valore massimo raggiunto nei suoi 18 anni di storia è stato di 14 dollari, che sembrava già qualcosa di incredibile.
Ma dagli anni 2000 in poi il titolo ha conosciuto una crescita verticale senza paragoni, grazie al lancio dei nuovi Mac e a tutte le incredibili innovazioni della Apple, come l’iPod, l’iPhone e l’iPad.
Il titolo è arrivato fino ad oltre 300 dollari per azione e bisogna considerare che la società ha anche nel corso degli anni effettuato uno split, cioè una divisione di una singola azione in due, dimezzando quindi di fatto il suo valore.
Dal 2011 la Apple diventa una delle più grandi aziende al mondo per capitalizzazione azionaria e supera l’eterna rivale Microsoft di Bill Gates. Nel 2012 gli utili crescono del 94% e nel 2014 sfonda quota 700 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato.

Il crollo in Borsa
Dai massimi di luglio 2015, quando il valore del titolo era superiore ai 130 dollari, le Apple sono arrivate agli attuali 96 dollari per azione, ricordando un’altra brutta crisi che la società di Cupertino ha attraversato dal 2012 al 2013.
Motivo di quella crisi, come di questa, è l’iPhone.
L’iPhone 5 non si avvicinò, nemmeno lontanamente, alle vendite cui arrivarono i modelli precedenti e a subirne le conseguenze è stata la redditività di Apple, chiamata oltretutto a fare i conti con i costi crescenti per mantenere i propri dispositivi competitivi sul mercato.
Oggi il crollo è dovuto ad un previsione di vendita dell’iPhone del 30% inferiore nel trimestre in considerazione.
L’iPhone pesa il 66% sui ricavi della Apple, se quindi va male l’iPhone, va male la Apple.
Un’ulteriore preoccupazione arriva dalla Cina. Nel 2015 le vendite dell’iPhone nel continente cinese sono aumentate dell’84%, facendo balzare il paese asiatico al secondo posto di vendite per segmento geografico, secondo solo all’America.
La situazione in Cina causata dal rallentamento economico che porterà ad un taglio dei consumi e la concorrenza dei locali Xiaomi e Huawei, dietro i quali Apple è finita per vendita di smartphone, fanno temere per una forte contrazione delle vendite.

Previsioni
Il prezzo fortemente scontato di Apple potrebbe a questo punto rappresentare una grande opportunità.
Per marzo è prevista l’uscita di iPhone 5SE, l’iPhone da 4 pollici, che sembrerebbe andare in controtendenza, viste le vendite record del grande schermo dell’iPhone 6, ma potrebbe invece essere la soluzione per i fan del 4 pollici con caratteristiche proprie dell’iPhone 6 ed ad un prezzo più economico. Non sarebbe quindi un dispositivo obsoleto e di cui accontentarsi, ma uno che potrebbe stupire.
A questa uscita seguirà poi quella dell’iPhone 7, un dispositivo di alta gamma, prevista per la fine dell’anno.
A tutto questo si aggiunge un titolo in ipervenduto con un rapporto prezzo/utili pari a 10,27 che appare decisamente sottovalutato se confrontato con il P/E medio di aziende come Google, Samsung e Microsoft che è a 21,19 o con quello del settore tecnologico globale che si attesta sui 23,69.

Da oltre 30 anni mi occupo di informatica. La mia è sempre stata una passione che mi ha portato ad accettare ogni nuova sfida, come una nuova vetta da conquistare.

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